I primi commenti riguardanti il lavoro con i giocatori dal Palazzo Biedermann. La maggior parte di loro sono persone con sindrome di Down ed in pochi casi con lieve ritardo mentale derivante dalle conseguenze di paralisi cerebrale infantile. Le lezioni si svolgono a Łódź in via Kilińskiego 2 nell’ ex-palazzo dei Biedermann.
Uso il termine “studenti di Biedermann”, perché non mi passa per la testa il termine “persone mentalmente ritardate”, in quanto si tratta del lavoro con meravigliosi, pieni di empatia e compassionevoli esseri umani ed è molto “più normale” rispetto alla collaborazione con i non disabili. Ciò non significa, ovviamente, che è un lavoro leggero che non ha svantaggi.
In secondo luogo, gli abitanti di Łódź (e non soltanto di Łódź) hanno conservato la famiglia Biedermann, soprattutto Maryla, nella loro memoria in quanto persone meritevoli e disponibili ad aiutare i bisognosi. Al momento, il presidente della ditta “Atlas”, il signor Grzelak che si è insediato nella sede dei Biedermann, continua questa tradizione. Bravissimo!
In febbraio 2008 ho condotto i primi allenamenti con i giocatori di Biedermann che hanno dimostrato molto interesse ed impegno. Pensavo che la scherma presente nei film li avesse motivati ad impegnarsi in allenamento, ma probabilmente non era quello. Ora credo che siano persone molto curiose della vita e aperte alle nuove esperienze.
I giocatori di Biedermann sono aperti alle nuove esperienze.
La scherma è una lotta sportiva. I giocatori, dopo un breve periodo di combattimento, cercano di stabilire la loro posizione dominante. Questo è il momento in cui è importante introdurre disciplina necessaria e richiamare la loro attenzione alla compassione, etica e codice della cavalleria. È abbastanza semplice perché questi concetti gli sono, in qualche maniera, donati da Dio.
I giocatori di Biedermann non sono santi. Bisogna introdurre il concetto di disciplina, etica (empatia) e il codice della cavalleria:comportamento, obbedienza all’allenatore, rispetto del regolamento, comprensione degli altri giocatori e regole di competizione onesta.
Ogni giocatore deve seguire un “piano di studi individuale”. Per questo motivo l’allenatore deve avere degli assistenti. Sarebbe ideale che anche i genitori fossero coinvolti in questo lavoro, anche se mi rendo conto che è difficile da realizzare. Per questo motivo è necessaria la partecipazione degli assistenti a pagamento oppure volontari. Infine i gruppi possono essere talmente piccoli (tre persone) che un allenatore riesce a gestirli da solo. Tuttavia non è la soluzione migliore, perché l’allenamento nella squadra più grande dà una sensazione di maggiore resistenza e di adeguata affermazione.
I giocatori di Biedermann richiedono un “piano di studi individuale”.
I frammenti degli appunti di Dariusz Wadowski riguardanti il lavoro con “gli studenti di Biedermann”.
Le descrizioni dei progressi in terapia e riabilitazione dei partecipanti ai training di scherma Go-Now. I giocatori fanno parte dell’Associazione dei genitori e tutori delle persone con sindrome di Down di Łódź (frammenti), Le descrizioni sono state preparate dalla Signora Magda Hofman, madre di uno dei giocatori che si chiama Alan.
Alan, 11 anni, sindrome di Down.
Durante le prime lezioni stava seduto in panchina a guardare le persone che si allenavano. Nel corso del training non si è proprio alzato dalla panchina. Mi sono depressa. Stavo aspettando queste lezioni perché il figlio più giovane ha cominciato ad allenarsi nell’aikido, inoltre pure Alan si allenava, ma ci ha rinunciato. Volevo che anche Aluś si sentisse importante. Non lo nego, volevo che anche lui si allenasse, esercitasse muscoli, coordinazione motoria e capacità di coordinamento spaziale. Non mi sono arresa e l’ho portato al successivo incontro con l’allenatore e le sue palash. Ho parlato ancora prima con mio figlio dello sport e della necessità di praticare una disciplina qualsiasi. Per quanto riguarda i ragazzi, per loro le palash sarebbero ideali perché sono fatte apposta per gli uomini ed è difficile maneggiarle. Non tutti ce la fanno, solo i migliori (è un espediente per motivarlo).
A partire dal secondo incontro è cominciata la sua avventura con allenamento, lavoro e esercizio sistematico. Sono molto stupita di quanto ce la stia facendo. Non soltanto non si distacca dagli altri ma è proprio fantastico! Esegue i compiti abbastanza correttamente. Poiché è ambidestro lavora molto bene sia con la parte destra che con la sinistra. Ottimo coordinamento. La sua forma gli permette di resistere 3 sessioni di allenamento. Ho notato che cerca di seguire le istruzioni con esattezza, ci tiene ad avere successo e ad essere lodato davanti al gruppo. È disciplinato, ascolta attentamente le istruzioni.
Ha problemi con il lavoro delle gambe. Quando bisogna assumere la posizione di partenza le sue gambe diventano diritte e rigide. Si difende benissimo dai colpi, è veloce e respinge bene gli attacchi. Non riesce a saltare correttamente a causa dell’irrigidimento delle gambe. Ha memorizzato subito cinque tecniche di difesa dai colpi e cinque stili di attacco (collo, gambe, braccia, tronco e testa). Il grido di battaglia è, secondo me, il modo ideale per scaricare le emozioni accumulate, normalmente represse e inibite. Penso che sia un elemento molto importante.
Queste sono le mie osservazioni dopo un mese di allenamento.
Sono passati tre mesi di allenamento. Alan ha decisamente migliorato il lavoro delle gambe e il coordinamento. Il problema è quello di iniziare l’allenamento. Cosa voglio dire? Quando il training comincia Alan saluta il gruppo, partecipa al riscaldamento, dopodiché si mette da parte oppure si siede sul davanzale e guarda gli altri. Ci vuole molto tempo per convincerlo, dobbiamo utilizzare diversi trucchi per farlo iniziare ad allenarsi. Appena riesce a prende coraggio i suoi sparring sono fantastici. Abbiamo praticato in coppie attacco e difesa muovendoci passo dopo passo. Questo vuole dire, quando un giocatore, chiamiamolo ‘A’, fa un passo in avanti, il giocatore ‘B’ fa un passo indietro. Lo stesso vale quando facciamo due passi dopo altri due passi. Due passi in avanti, poi l’avversario due passi indietro. È un esercizio molto difficile per i bambini con i problemi di coordinamento e orientamento spaziale tanto più che facciamo colpi e parate allo stesso tempo e per evitare il colpo saltiamo via dall’avversario. Alan riesce a fare questo compito molto bene. Ha decisamente migliorato il modo in cui assume la posizione di partenza. Ha cominciato a lavorare con le gambe che non sono più così irrigidite. Sposta il peso corporeo da un piede all’altro. Questo non è ancora ideale ma comincia a farlo e ne sono molto contenta perché si muove meglio ogni giorno.
Ho notato che l’allenamento ha impatto positivo non soltanto sullo sviluppo fisico del bambino, ma anche emotivo. Dopo una settimana di scuola, attività supplementari e riabilitazione, alla fine settimana Alan è frustrato e nervoso. Gli allenamenti aiutano a scaricare quest’energia negativa e trovare equilibrio, lo fanno calmare. Grazie a un adeguato svolgimento del training il figlio si afferma, ha motivi di essere soddisfatto e opportunità di dimostrare i risultati. Si vanta delle lodi che riceve a casa. È molto importante per le persone disabili che sono esposte a frequenti fallimenti in altri settori della vita.
Małgorzata Zbrzezny – paralisi cerebrale infantile
Małgosia ha iniziato la riabilitazione all’età di 5 anni. Soffre di paralisi cerebrale infantile.
La ragazza è venuta a partecipare ai nostri allenamenti a metà marzo. È una donna alta e robusta. Ha problemi a mantenere una postura corretta mentre cammina, sta in piedi e si siede. Il suo coordinamento è molto alterato. Non voleva allenarsi al primo training, si è seduta sui materassi e guardava le persone che si allenavano. Ha cominciato a partecipare alla fine dell’incontro ma ho avuto l’impressone che conoscesse già le parate di base. Le eseguiva tenendo la palash in maniera scorretta: troppo vicino a viso, gambe e torace. Comunque i suoi occhi brillavano, rideva con tutta se stessa. La ragazza non era in grado di saltare, le sue gambe lavoravano male, praticamente affatto. La sua postura era fragile e instabile.
Ogni incontro successivo portava i risultati sorprendenti. Le parate sempre migliori, la palash lontano dalle parti del corpo protette e il regalo più bello che avesse potuto fare all’allenatore: IL SALTO!!! Małgosia si è staccata dal pavimento. È saltata per la prima volta. Il contatto con lei è fenomenale. Da marzo a maggio la ragazza ha fatto incredibili progressi per quanto riguarda l’allenamento della scherma. Le sue capacità motorie nello sparring vanno migliorando lezione dopo lezione. Esegue e riceve colpi molto meglio. C’è tanto lavoro davanti a lei. Dovrebbe sicuramente rafforzare dei muscoli di gambe, schiena, mani e lavorare per migliorare la postura in generale. Non sono un esperto ma all’occhio del profano vorrei far notare che le sarà molto più facile appena riesce a rafforzare la posizione di partenza. Ora è fragile e instabile. Guardandola sembra che galleggi, per questo motivo le è difficile eseguire e ricevere colpi.
Riassumendo Małgosia è la più importante di tutte le scoperte. Guardando questa persona meravigliosa, uno vuole combattere le proprie mancanze, perché grazie a lei l’uomo comincia a credere nelle proprie capacità. È una ragazza fantastica.
03 dicembre 2010. Non ho più scritto nulla su Małgosia in linea di massima da un anno. È successo perché non sono nel suo gruppo. Proprio oggi ho avuto il piacere e grande gioia dell’occasione capitatami, cioè quella di partecipare al training del gruppo di Małgosia. Quello che questa ragazza ha presentato mi ha sorpreso, sono rimasta proprio di stucco. La prima cosa incredibile: IL SUO SORRISO, che non avevo mai visto. La libertà dimostrata durante l’esercizio fisico, volontà e energia emanate da questa persona erano impressionanti. Małgorzata non soltanto faceva gli esercizi ma ha anche partecipato a una lotta simulata! Eseguiva parate e colpi, anzi, seguiva l’avversario. È scioccante! Colpendo ha lanciato a squarciagola il grido di battaglia. Chi non conosce Małgosia non sa che è una donna introversa. In linea di massima non c’è contatto con lei. Così sembrerebbe. Si muove lentamente con il passo fluttuante. Praticamente non parla, almeno non l’ho mai sentita parlare. Invece durante l’allenamento della scherma acquisisce le ali invisibili che la fanno volare e diventare leggera come una piuma. Grida, lotta, va avanti con una spada in mano veloce come una tempesta! Poi gioca anche a pallone Go-Now! È pazzesco!
Occorre comunque tener conto che non sarà mai una leggerezza di una ballerina né di un campione olimpico di salto. Tuttavia per Małgosia, che perdeva sempre e in tutto, i successi che ha avuto durante i training della scherma di riabilitazione sono un vero e proprio miracolo.
Insegnare qualsiasi cosa a un uomo sano, capace ed intelligente non è un’impresa. Il trucco è quello di arrivare a una persona con enormi problemi: malata, chiusa, alterata, bloccata con un’autostima pari allo zero e incompresa da tutti, tranne dai propri genitori. E ora lasciate che qualcuno mi dica che Małgosia non ha vinto la medaglia d’oro di oggi??? Massimo rispetto all’allenatore! Lo so perché l’ho visto. Ne parlo con lode perché conosco poca gente che capisce veramente le circostanze simili.
Bartek, 11 anni, sindrome di Down
Durante i primi due o tre incontri il ragazzo non voleva collaborare, almeno così sembrava. Spesso andava in bagno, si sedeva sulla panchina, riposava. Non riusciva ad assumere una corretta posizione di partenza e confondeva la parte destra con la sinistra. Pure gli esercizi con le palash, cioè attacchi e contrattacchi, erano difficili per lui. Questo lo scoraggiava e faceva arrabbiare ancora di più. Tuttavia, pazienza, aiuto della mamma e motivazione positiva da parte del gruppo e l’allenatore hanno suscitato in lui la volontà di allenarsi. Si può dire tranquillamente che lui è una star di due ultimi allenamenti. Non avevo mai visto un ragazzo talmente motivato, concentrato, deciso per quanto riguarda allenamento. Nonostante i problemi con il mantenimento di una postura corretta, si lasciava guidare e non si arrendeva. Durante ultimo training si vedeva la sua determinazione. Partecipava agli sparring molto volentieri, non si ribellava quando si doveva ripetere gli esercizi. Collaborava bene con il gruppo, il che non succedeva prima. Non ha ancora sviluppato certa sensibilità e colpisce abbastanza fortemente ma cerca di fare del suo meglio. Non si ricorda delle parate e si confonde durante l’attacco veloce, non si ricorda come difendersi da un dato colpo. Penso che sia una questione di tempo. Evidentemente si è convinto, si è aperto e gli è piaciuto.
Osservazioni dopo un mese di allenamento.
9.06.2010. Passa ultimo mese di training sotto l’occhio vigile dell’allenatore. Durante questi incontri tutti si allenano dall’inizio fino alla fine. Bartek, un ragazzo irritabile, molto vivace e indisciplinato, sotto i nostri occhi cambiava in un giocatore concentrato, disciplinato che vuole fare tutti gli esercizi in maniera migliore possibile. Sì, appunto, un giocatore. I progressi che ha fatto sono spettacolari e sorprendenti, vedendolo il cuore si riempie di gioia!
Assume la posizione di partenza. Fa gli esercizi di riscaldamento per aumentare la forza e migliorare il coordinamento visivo motorio. Con questo ragazzo ci vuole pazienza, bisogna spiegare tutto più volte. La soluzione migliore sarebbe quella di fare ogni esercizio passo dopo passo affinché lui capisca le istruzioni. Il coinvolgimento del ragazzo stupisce tutti. Il suo riflesso è ancora debole, ha ancora difficoltà a concentrarsi. Compie gli attacchi guardando intorno la stanza alla ricerca degli indizi, piuttosto che utilizzare le proprie capacità che sviluppa e che sono sempre in aumento. Tuttavia si vede chiaramente il suo enorme impegno e la fiducia nell’allenatore. All’inizio dell’avventura con le palash era molto inquieto, sembrava completamente scoraggiato e rassegnato. Senza la fede nelle proprie capacità sicuramente andrà male. Oggi posso dire tranquillamente che questo ragazzo vuole davvero andare avanti, cerca di lavorare su se stesso. Grazie alle palash e la disciplina che ha accettato volentieri sono cambiati anche i rapporti con i suoi coetanei. Non è un egoista, fa attenzione agli altri ed è diventato più comunicativo. Credo che questo sia solo l’inizio di una grande trasformazione. Le tecnica della lotta migliorerà, i muscoli si rafforzeranno. Se non ci fosse stata la passione per la scherma Go-Now che gli aveva trasmesso l’allenatore, non si sarebbe raggiunto nulla.
Queste sono le mie impressioni dopo alcuni mesi di lavoro con Bartek utilizzando la scherma Go-Now in quanto lo sport per la riabilitazione.
17 ottobre 2010 Ho una strana sensazione che Bartek mentre fa l’attività fisica sia come una gelatina. Ogni parte del suo corpo va in una direzione diversa. Non riesce a tenere lo sguardo fisso sull’avversario, non guarda nelle direzione in cui si muove. Il ragazzo cerca di fare tutto il suo possibile però i suoi movimenti sono scoordinati.
La parte più difficile è quella di mantenere la postura corretta. Ricorda bene le parate ma le fa con il ritardo. Quando esegue i colpi sembra volesse attaccare tutto il mondo. Le uniche cose molto forti, buone e dominanti sono volontà, grande impegno e dedizione del ragazzo. Parlando delle dedizione voglio dire che conosco bene Bartuś e so di quanto è distratto, sembrerebbe pure scortese, ma non è vero. Lui cerca solo di attirare l’attenzione degli altri. È un bambino molto vivace che si annoia facilmente, fisicamente in forma e intraprendente. Perciò quando parlo della dedizione posso soltanto indovinare quanto gli costa concentrarsi, essere disciplinato durante l’allenamento e cercare di essere un buon spadaccino. Nonostante le carenze nella tecnica della lotta, postura troppo rilassata e scarso coordinamento motorio, i progressi si vedono chiaramente. Dovrebbe impegnarsi per poter assumere una corretta e compatta postura, impostazione corretta dei piedi mentre si fanno i passi e quando si torna alla posizione di partenza, migliorare la capacità di concentrazione. Non può combattere con l’avversario guardando nella direzione opposta brandendo la palash in tutte le direzioni. Poi i suoi punti forti sono resistenza e buona forma fisica. Le persone con sindrome di Down di solito non godono di buona forma. Sono in grado di allenarsi per breve tempo ma poi devono riposarsi. Ovviamente si possono allenare ma va ricordato che la forma cattiva non è dovuta alla loro riluttanza ma al disturbo causato da un cromosoma in più che ha alterato il loro organismo. Che cattivo!
Jacek Lewandowski, 29 anni
5 dicembre 2010 Jacek Lewandowski, 29 anni ha cominciato ad allenarsi un anno fa. Coordinazione scorretta, ginocchia bloccate e rigide, durante lo sparring praticamente non si muoveva. Eseguiva i compiti molto lentamente, si distraeva facilmente. L’uomo aveva paura di respingere i colpi. Non riusciva a colpire l’avversario perché teneva il palash lontano dalla persona con cui combatteva. Si irritava subito ed era pronto a rinunciare dopo il primo fallimento.
Oggi i suoi progressi sono incredibili. Se non avessi visto con i miei occhi quest’uomo iniziare la sua avventura con la scherma Go-Now, non avrei creduto che si potessero fare i progressi così enormi.
Jacek fa gli esercizi abbastanza correttamente, è più concentrato e obbediente. Assume la postura di scherma abbastanza bene. Si difende e respinge i colpi più velocemente. Le sue gambe hanno cominciato a lavorare, durante lo sparring è sempre in movimento. Riesce a eseguire bene i colpi. Non si ferma a metà.
Secondo me dovrebbe lavorare ancora molto sul lavoro delle gambe. Nonostante che abbia fatto molti progressi la sua postura non è corretta. L’equilibrio del suo corpo è limitato. Jacek non è in grado di spostare il peso del corpo da un piede all’altro. Per esempio si focalizza troppo su una singola attività. Quando si concentra sull’attacco riguardante i piedi allo stesso tempo non protegge la testa, le spalle. Non respinge i colpi affatto, solo va avanti focalizzandosi sull’attacco in una direzione specifica, in un punto particolare. Dimentica che prima bisogna difendere se stessi, dopo invece passare all’attacco. È ancora troppo lento. I suoi riflessi non sono i migliori.
Riassumendo l’ultimo allenamento, posso francamente ammettere che è stato piacevole lottare con Jacek. Non è più lo stesso giocatore. Non è più quell’uomo di prima, spaventato, esitante che tremava come una foglia.
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